Social media

Non ce n’è influencer

Perché Angela Chianello, diventata famosa per l’ormai celebre “non ce n’è coviddi”, non è un influencer?

In questi giorni non si parla d’altro. La signora Angela ha aperto un profilo Instagram, raggiungendo nel giro di poche ore oltre 130 mila follower.

Mondello, la Signora di ‘Non ce n’è Coviddi’ diventa influencer su Instagram” questo il titolo comparso su Il Messaggero.

Il fatto che molte persone pensano sia sufficiente ottenere un buon numero di follower per diventare influencer, dimostra quanta strada ci sia ancora da fare sul tema dell’influencer marketing.

Un influencer è un personaggio popolare in Rete, che ha la capacità di influenzare i comportamenti e le scelte di un determinato gruppo di utenti e, in particolare, di potenziali consumatori, e viene utilizzato nell’àmbito delle strategie di comunicazione e di marketing.

Questa la definizione di Treccani.

Per essere influencer, occorre prima di tutto essere credibili rispetto ad un determinato argomento, e solo successivamente possedere un buon numero di follower.

Per questo motivo esistono beauty influencer, fashion influencer, travel influencer, food influencer, yoga influencer.

I brand si rivolgono agli influencer, in quanto persone influenti rispetto ad un determinato settore o prodotto. E nella loro scelta entrano in gioco delle metriche ben precise, che hanno a che fare con la qualità più che la quantità.

Quello che la signora di Mondello è realmente, è il risultato del trash italiano – per essere gentile.

Queste 130 mila persone non sono una community che condivide una stessa passione, quanto più sono utenti che sperano di farsi due risate.

Quale vantaggio potrebbe trarre un brand, affidando anche solo un pezzo della propria comunicazione a questa persona?

13 pensieri su “Non ce n’è influencer”

  1. Aggiungerei meno male che non è un’influencer. Però ho il sospetto che non lo sia solo da un punto di vista tecnico. Temo che tra qualche tempo la signora affronti tutta l’escalation della ‘popolarità’ fino a essere pagata per qualche pubblicità, magari del disinfettante per le mani.

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  2. in effetti ci sarebbe molto da parlare di questo, non solo nell’ambito instagram, ma anche nell’ambito musicale. Spesso la popolarità passa per le cose ridicole, sembra quasi che la serietà sia una cosa da mettere in secondo piano. Quei 130.000 followers se avesse creato un profilo come il mio non l’avrebbe mai avuti, ma io ad ogni modo sono dell’idea che i contenuti “seri” anche se ottengono meno followers alla fine ripaghino nella misura della soddisfazione personale.
    Riguardo gli influencer, inutile dire che mi piacerebbe far parte di questa nicchia, nell’ambito dei viaggi ad esempio, materia del mio blog e del mio profilo instagram, ma per il momento sono felice di chi mi segue e dei pochi commenti che ricevo giorno per giorno… 😉

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      1. mi trovi su massimoverrina, vedrai che nell’icona c’è un panorama montano, ad ogni modo nel mio blog in alto sotto all’intestazione c’è il link diretto al quale puoi accedere. C’è anche il link al mio sito fotografico ufficiale che sto aggiornando un po’ alla volta perché il materiale da inserire è tantissimo….

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  3. Bravissima ben detto ed espresso in sintesi il concetto di una vera influencer e sopratutto hai reso chiaro a coloro ai quali un brand si affiderebbe. Complimenti sei sempre chiara ed esaustiva nei tuoi articoli

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