Social media

Gli influencer e la cultura

In questi ultimi giorni si è aperto un dibattito in merito al rapporto influencer e cultura. La scintilla è stata Chiara Ferragni agli Uffizi.

Lungi da me voler discutere di quanto sia o non sia brava Chiara Ferragni nel fare quello che fa. La sua influenza è un dato di fatto e il suo pubblico è costituito da ragazzi in una fascia di età, per cui andare in un museo è l’ultimo dei pensieri.

Viviamo in un Paese che potrebbe vivere di turismo e delle bellezze culturali e artistiche di cui è custode. Poco importa se Chiara Ferragni sia andata agli Uffizi per uno shooting, per marketing o per soldi. Quello che conta sono i risultati.

In seguito al passaggio di Chiara, i visitatori della Galleria sono aumentati del 24%, rispetto alla settimana precedente. Per la prima volta un museo italiano è stato nelle tendenze di Twitter e nei trend topic di Instagram.

Non solo sono aumentati gli ingressi, ma è cresciuta soprattutto la percentuale di giovani under 25 accorsi in Galleria (+27%).

Il vero peccato è che per far andare i giovani al museo sia necessario chiamare Chiara Ferragni. Il vero problema è che le persone oggi si avvicinano alla cultura solo quando lo fa qualcuno di influente. E la colpa di tutto ciò non è certamente della Ferragni.

Viviamo in un Paese dove nessuno si indigna per il fatto che la storia dell’arte non venga più insegnata a scuola, ma tutti intervengono e dicono la loro quando un’influencer si reca in un museo.

Siamo davvero certi che la colpa di tutto ciò siano i social? Questa vicenda è l’ennesima dimostrazione di come parte di queste figure – meglio non generalizzare – possano essere un potente mezzo di comunicazione, divulgazione e condivisione di azioni corrette, anche in tema culturale.

14 pensieri su “Gli influencer e la cultura”

  1. Il dramma è che i giovani abbiano bisogno degli influencer per essere direzionati… È questo il vero dramma, gli influencer fanno il loro mestiere e fin qui non ci piove, ma dove invece c’ è molto da obiettare sono le lacune che hanno i giovani che hanno bisogno di emulare un influencer e di queste la causa non sono i social ma credo siano delle carenze alla base educativa, intellettuale etc. Ed è qui che entrino in gioco i genitori, la scuola, gli insegnanti fin dall’ età più tenera, oramai si sta perdendo l’ educare intesa come costruire le basi fin dalla tenera età che saranno poi importanti per il domani, per quello che si diverrà.

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  2. diciamo che in un mondo fatto troppo spesso di frivolezze varie, un bello spot alla cultura non fa male, anzi come è successo in questo caso, può spronare moti giovani ad affacciarsi a questo mondo, troppo spesso dimenticato. L’Italia ha un patrimonio immenso, andrebbe solo valorizzato e pubblicizzato di più… 😉

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